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TAVOLO 1 (L'economia neoliberista contro l'umanità . Le nostre vite al di là dell'economia) Sottotavolo 1. (Lavoro e mezzi di produzione (Tavolo del Vallés Occidental, Terrassa, Catalogna) Partecipano più di 75 persone di vari paesi americani ed europei (Colombia, Messico, Francia, Regno Unito, Stati Uniti, Italia, Germania, ... ), di diverse lotte sindacali, come la ORT (Organizzazione Rivoluzionaria del Lavoro, Messico) ed altre come la Marcia contro la Disoccupazione (Europa). I partecipanti dormono nella scuola e i dibattiti si svolgono nella casa occupata di Terrassa. Oggi si è celebrata l'assemblea plenaria in cui sono state decise la metodologia e la ripartizione del tempo. Si è deciso che questa mattina si sarebbero lette le relazioni dei partecipanti (10 minuti per autore): "Trasnazionali e processi di democratizzazione" "Federalismo, globalizzazione e precarizzazione" "Riduzione della giornata di lavoro" "Egemonia dell'economia e risorse strategiche" "Il neoliberismo come strategia" "Nozione di rete. Come definire la rete" "Un'economia ternaria per una civiltà multiple" "L'economia al servizio dell'Umanesimo nella lotta contro il Neoliberismo" Nel pomeriggio siamo passati alla discussione dei temi divisi in due gruppi per facilitare la discussione, anche se tutti i temi proposti sono rimasti un po' bloccati nel tantativo di giungere ad un accordo nella metodologia: consumo responsabile, lavoro comunitario, riduzione dell'orario di lavoro (si è parlato della situazione in ogni paese, salario minimo, giornata lavorativa, esperienze nell'ambito della riduzione dell'orario, ...) reti, esperienza zapatista, settore pubblico/settore privato sono lotte comuni?, conseguenze e forme della precarizzazione, individualismo versus solidarietà, debito estero, volontariato e servizio civile nel mondo del lavoro, discriminazione della donna. Sottotavolo PRODUZIONE E LAVORO, Tavolo di Economia. I partecipanti a questo sottotavolo, x persone da x paesi, si sono riuniti per 4 giorni per scambiare esperienze ed opinioni, discutere, creare collettivi e lavorare al rafforzamento delle nostre reti di insubordinazione nate nel Primo Incontro. Sono state presentate 10 relazioni. 1. Forme di dominazione Continuando il dibattito cominciato durante il Primo Incontro Intercontinentale per l'Umanità e contro il Neoliberismo, il sottotavolo Produzione e Lavoro (1/A) che ha avuto luogo a Terrassa, Catalogna, ha visto svilupparsi una grande varietà di valutazione relative al neoliberismo: dalla sua caratterizzazione come invenzione ideologica, passando per la sua interpretazione come strategia di dominazione capitalista, come mercato globalizzato, fino alla sua ubicazione come fase o modalità specifica contemporanea del capitalismo. Tuttavia, in fin dei conti, è il capitalismo come forma di sfruttamento del lavoro e degli esseri umani quello che nega lo sviluppo dell'umanità , anche se nella sua stessa evoluzione modifica le sue forme di dominazione rendendo necessario uno studio delle sue particolarità per meglio progettare le nostre strategie di insubordazione. In un momento in cui la dominazione sembra perdere i propri legami materiali sotto la spinta delle transazioni finanziarie, caratterizzato inoltre da un aumento sostanziale delle capacità produttive, tecnologiche, della mobilità del capitale, abbiamo visto trasformarsi le fontiere degli stati nazionali così come quelle della fabbrica come spazio di lavoro unico e modificarsi le entità economiche regionali (NAFTA, Maastricht,...) ed anche il proletariato. Il lavoro si diversifica e si appropria degli spazi della società, della vita privata e delle più svariate attività (come quelle professionali qualificate nell'ambito del disegno, dell' ingegneria, della programmazione, ecc., nonché in quelle operaie tradizionali di diversi tipi e in tutto un insieme di attività intermedie), modifica le sue forme (forme di lavoro parziale, interinale, a domicilio) e non soddisfatto della precarizzazione del lavoro aumenta la disoccupazione e la miseria quando mai nella storia la ricchezza generata e la capacità per crearla era stata così grande. La trasformazione tecnologica ed organizzativa della produzione implica anche una modifica nel fabbisogno di materie prime e di risorse considerate strategiche che possono variare l'ordine della loro importanza. Mentre il petrolio e il nichel mantengono la loro importanza relativa, risorse come la biodiversità entrano in scena come elementi prioritari, mentre altri perdono di importanza. Questo modifica l'interesse per certi territori e libera pressioni e conflitti in diversi regioni del pianeta. Queste trasformazioni, anche se si esprimono in modi diversi e a volte contradditori nei differenti paesi, hanno conseguenze sul terreno delle lotte sociali, della precarizzazione e dell'aumento del lavoro sommerso, nelle condizioni di vita della maggior parte della popolazione e nella lotta per la dignità umana. 2. Forme di resistenza e lotte per l'emancipazione. Nei più svariati luoghi del mondo si stanno sviluppando varie forme di lotta e si sono andate costruendo le più svariate forme di resistenza verso uno stesso sistema oppressivo e di sfruttamento. Il modo diseguale in cui si sta sviluppando internazionalmente questo sistema e il bisogno di resistere a condizioni immediate di oppresione ha determinato lo sviluppo di un insieme di lotte di carattere locale, regionale o nazionale che non corrispondono necessariamente ad una problematica generale. Evidentemente in un sistema di contraddizioni come quello capitalista possono esistere contraddizioni tra i vari livelli di lotta, sia in termini di spazio (nazionale-internazionale), sia nel carattere stesso di queste lotte (offensive-difensive; radicali-riformiste, ecc.). In questo Tavolo si è discusso della possibilità che queste lotte vengano assimilate dal sistema stesso se non sono capaci di rompere il loro carattere localistico o riduzionista (come potrebbe accadere alle rivendicazioni che possono venire monetizzate), il che marcherebbe ancor più le contraddizioni tra i vari diversi livelli; ma si è anche parlato della possibilità che si trasformino in punti di partenza di una lotta emancipatrice attraverso una loro integrazione ed articolazione all'interno di una strategia globale, collettiva, comune che con tutte le sue particolarità corrisponda ad una stessa ricerca. Nell'ambito di questa doppia prospettiva trova spazio un'insieme di lotte storiche, come possono essere quelle sindacali, che si devono confrontare sia con i vizi del corporativismo così come con la capacità di fornire risposte alle nuove problematiche della precarizzazione del lavoro e della riduzione del cosiddetto impiego formale. Di fronte alla deregolarizzazione è vitale che le organizzazioni sindacali, le organizzazioni di lotta dei lavoratori articolino le battaglie dei lavoratori organici, dei disoccupati e dei precarizzati. Su questo punto le prospettive dei sindacati non sono chiare. Le forme di resistenza si possono raggruppare in quattro tipologie distinte: 1. Lotta per condizioni di vita dignitose 2. Lotte contro la precarizzazione e la flessibilità del lavoro, come può essere la dichiarazione intenazionale dei diritti o la lotta alle agenzie di lavoro interinale. 3. Lotte per la riduzione dell'orario di lavoro a parità di salario e con un corrispondente aumento dell'occupazione, considerando che la capacità di generare ricchezza ha aumentato esponenzialmente. 4. Lotta contro le istanze di regolamentazione dell'economica internazionale come il FMI, la BM, il BID, l'OMC, ecc. Riguardo al terzo punto, nel dibattito si è tenuto a sottolineare l'importanza strategica che hanno assunto tutte le forme di flessibilità, deregolamentazione e precarizzazione del lavoro come supporto fondamentale al processo di accumulazione del capitale e di debilitazione del proletariato. In questo senso, la proposta di riduzione della giornata di lavoro, che si riferisce solo ai lavoratori organici o a contratto, dovrebbe portare ad una salarizzazione del lavoro non remunerato, includendo naturalmente anche quello delle donne, ad eliminare lo sfruttamento aperto od occulto dei bambini, a garantire livelli di vita e di lavoro decorosi per l'insieme dei lavoratori, disoccupati e precarizzati, ad avere un salario dignitoso e ad aumentare l'occupazione nella stessa proporzione. Inoltre la proposta di riduzione della giornata di lavoro risponde all'esigenza di ampliare il tempo libero dei lavoratori, tenendo conto che la produttività delle imprese è aumentata. |