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Tav.5 (...)Partendo dall'intervento "Dichiarazione di Moises Ghandi, 1º foro incontro di promotori e agenti sanitari -La salute in mano del popolo-, Moises Ghandi, regione autonoma toztz Choj, Chiapas, febbraio 1997" si è parlato del tema dela salute nelle comunità indigene. Si è cominciato col dare una definizione del concetto di salute in un senso globale: "Salute è vivere senza umiliazioni, poterci sviluppare come donne e uomini, è lottare per un sistema in cui i/le poveri/e e in particolarmente i/le indigeni/e si possano determinare in modo autonomo". Questo benestare comprende il fisico e il mentale, il politico, il sociale, l'umano..., considerando che: la salute non è individuale ma collettiva. È un diritto di tutti/e. (...). L'agente sanitario deve agire con neutralità: assistendo tutte le persone, senza distinzione di razza, colore, lingua, età, credo, genere, ... . E con responsabilità: la salute deve essere in mano al popolo e non si potrà realizzare senza il suo appoggio. Oggi la salute si è trasformata in un arma (si è sottoposti ad interrogatori nei consultori, separazione dei/delle malati/e perché non si possano organizzare. È uno strumento in più per distruggere gli sforzi organizzativi del popolo. In questo modo, senza giustizia, senza rispetto per la dignità della popolazione la salute resta proprietà di un piccolo settore della popolazione che si può permettere il lusso di pagarla. Queste condizioni di vita e di lavoro, già di per sé pessime, vengono peggiorate ulteriormente dalla guerra. Guerra non dichiarata pubblicamente dal governo ma che qualcosa di reale nelle comunità, permanente e "di alta intensità" perché ci sono sempre più morti e sangue. La militarizzazione influisce profondamente nella vita delle comunità. Tutte le azioni del governo sono dirette a destabilizzare per dividere e controllare. Noi, come comunità, denunciamo che stanno avvelenando i nostri fiumi, violentano le nostre donne, occupano i locali per le assemblee pubbliche e le scuole, introducono l'alcolismo, la prostituzione e le droghe nei nostri villaggi, sterilizzano le nostre donne contro la loro volontà, impediscono il lavoro dei promotori e agenti sanitari perché la popolazione è costretta a spostarsi continuamente. Nel dibattito che è seguito a questo intervento si è giunti a queste conclusioni e proposte: -esigere che l'esercito si ritiri dal Chiapas. -collaborare mandando risorse e medicinali. A Napoli c'è un gruppo che si sta occupando di questo (Laboratorio Occupato S.K.A., Calata Trinità Maggiore, I-80100 Napoli, tel. 0739 338 401494). -Appoggiare come Incontro questa dichiarazione. -Continuare ad approfondire e condividere esperienze mutue sul tema delle medicine naturali (anche se viene rilevato ch, p.e., in Europa sono più care) -Consolidare l'appoggio non governativo ai popoli indigeni del Chiapas e del mondo. |