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DICHIARAZIONE DEL TAVOLO DELLE DONNE CONTRO IL PATRIARCATO DEL SECONDO INCONTRO INTERCONTINENTALE PER L'UMANITÀ E CONTRO IL NEOLIBERISMO, BARCELLONA, 1º DI AGOSTO 1997. Compagne e compagni Noi donne, femministe e lesbiche in tutte le loro diversità, ci sentiamo molto contente di aver potuto partecipare a questo secondo incontro dal nostro Tavolo così come altre hanno deciso di farlo dal Tavolo misto. Abbiamo anche partecipato al lavoro nelle cucine, nell'asilo nonché alle riflessioni politiche, filosofiche e alle decisioni riguardanti la preparazioni previa. Guardando indietro, possiamo dire che ci sia stato un grande passo avanti: in Chiapas, durante il primo Incontro, alle donne, femministe e lesbiche, era stato riservato solo un sottotavolo misto, della "società civile esclusa". Un anno dopo abbiamo dimostrato che vogliamo e possiamo organizzare, in maniera autogestita, un nostro tavolo. Ci siamo incontrate 110 donne molto diverse tra loro per condividere le nostre esperienze e i nostri sogni, ballare, cantare, scoprirci, confrontarci ed amarci. Così come avevamo già sostenuto nel primo incontro, pensiamo che la metodologia di discussione sia essenziale. Per questo affermiamo di aver bisogno di spazi propri di donne come ne potrebbero aver bisogno altri gruppi sociali oppressi. Per questo affermiamo anche che non si può dividere la discussione secondo gli schemi patriarcali e neoliberisti che separano la sfera intima, privata e pubblica, il politico dalle emozioni e che lascia ogni persona isolata in mezzo alla moltitudine. A livello mondiale, vari anni fa siamo entrati in un periodo di crisi del pensiero politico e filosofico. Questo incontro ci ha riaffermato che ci sono molte lotte nel mondo, e questo è un bene. Ma non sappiamo dove aggrapparci: il nemico ha molti volti e nessuno. Questo lo sappiamo noi donne: a volte assume il volto del compagno che ci colpisce, altre volte quello del padrone, per molte si chiama ignoranza, emarginazione, alienazione dal proprio corpo. Dobbiamo attaccare l'incubo da tutti i lati. Tuttavia ci manca ancora molto da discutere per riuscire ad unirci veramente e definire obiettivi chiari. L'articolazione tra lotte locali ed internazionali, il razzismo, il nazionalismo e il potere, sono punti centrali della riflessione femminista che vogliamo seguire. L'autonomia è un aspetto decisivo: nell'accesso all'informazione e nella comunicazione, nell'economico, nel politico e anche nell'emozionale. Però ancora non sono chiare le domande nuove a cui dobbiamo rispondere per andare verso la trasformazione radicale di cui abbiamo bisogno. Noi donne, femministe e lesbiche, non pretendiamo di risolvere tutti i problemi del mondo. A partire dalle nostre oppressioni e lotte, proponiamo la ricerca di nuovi cammini. Abbiamo bisogno di organizzare molti più incontri, misti e non misti, fino a cominciare a vedere la luce, o meglio, fino ad inventare una luce nuova. Abbiamo bisogno di creare molti strumenti che sono ancora da definire: reti miste e non miste, modi di rapportarci e comunicare tra noi, linguaggi della mente, del corpo e del cuore. Proponiamo: - Di preparare un incontro femminista con una prospettiva autonoma e autogestita per continuare ad approfondire il femminismo in cui ci riconosciamo e in cui c'è posto per la diversità che abbiamo incontrato in questi giorni. - La creazione di un fondo di donne per le donne che vivono nelle comunità basi d'appoggio zapatiste, per finanziare progetti o iniziative proposte da loro e gestite da donne. - La creazione di un giorno di lotta a livello internazionale con uno stesso obiettivo per dare visibilità a tutte le differenti forme di lotta delle donne nei diversi paesi. Proponiamo il 25 novembre (giorno internazionale contro la violenza verso le donne) Bene, Salute e hasta siempre! Mujeres unidas, jamás serán vencidas! Libertà, giustizia, rivoluzione, nella strada, a casa e a letto! |