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Chiapas: i megaprogetti idroelettrici e le dighe del Plan Puebla-Panamá

by Andrea Giudiceandrea Monday September 02, 2002 at 03:21 PM
Chiapas al Dia, N. 301 - 12 agosto 2002 | CIEPAC - CHIAPAS - MESSICO
http://www.italy.indymedia.org/news/2002/09/77135.php

(Prima Parte)

Alcuni mesi fa, nell'aprile del 2002, il Commissario Presidenziale del Messico per il Piano Puebla Panama (PPP), Florencio Salazar, ha dichiarato al parlamento centroamericano: "Sarò chiaro: non esiste nessun progetto, non c'è nessuna intenzione di costruire una diga idroelettrica sul fiume Usumacinta, semplicemente perché le comunità del Petén non la vogliono".

Quello che non ha detto è che neanche le comunità messicane la vogliono. L'ha confermato anche Jorge Sapovich, alto funzionario della Banca Interamericana di Sviluppo (BID), in un recente incontro di quell'organizzazione in Belize, paese in cui gli abitanti stanno conducendo una battaglia contro la costruzione della diga El Chalillo.

Il PPP ha promesso consultazioni pubbliche per la realizzazione dei Megaprogetti e di rispettare le culture indigene. I governi hanno firmato il Trattato 169 della OIT sui diritti dei popoli indigeni e tribali. Da parte sua, il presidente Fox ha promesso che non si sarebbero costruite opere che gli indigeni non volessero.

Un anno fa, Fox ha dichiarato che lo zapatismo "non ha nulla a che vedere con il Piano Puebla Panama, tranne per il fatto che se qualche progetto arrivasse in una comunità di quella determinata zona che non lo vuole, lo faremo da un'altra parte, non litigheremo con nessuno" [La Prensa Gráfica, 15/06/01].

La Commissione Mondiale per le Dighe (CMR), dopo la sua relazione sull'impatto negativo che hanno causato le dighe idroelettriche nel mondo, ha emesso una serie di raccomandazioni per i governi e le imprese che le costruiscono ( www.dams.org). Inoltre, nel marzo del 2002, nel I Foro Mesoamericano per la Vita, Fronte Regionale contro le Dighe ( ), svoltosi nel Petén guatemalteco, sulle rive del fiume Usumacinta, più di 300 partecipanti di comunità indigene e contadine del Chiapas e di altri paesi del Centroamerica, del Caribe e del Sudamerica, hanno rifiutato categoricamente la costruzione di queste dighe [vedere Bollettino "Chiapas al Dia" N. 283 del marzo 2002). Molti studi ed esperienze hanno già avvertito dei pericoli derivanti da questi Megaprogetti idroelettrici [vedere in ww.ciepac.org i Bollettini "Chiapas al Dia" 285 - 287].

LA CONCA DELL'USUMACINTA

Nonostante tutto ciò, i governi continuano a mentire. I presidenti Alfonso Portillo del Guatemala e Vicente Fox del Messico, hanno annunciato la costruzione di dighe idroelettriche ne Los Altos dell'Usumacinta. Questo è stato uno degli accordi presi il 28 giugno nella "Expo - Investimento 2002" realizzata nella Cumbre di Mérida, in Yucatán, Messico. La firma del memorandum di cooperazione tecnica con il Centroamerica ha dato formalmente inizio alla costruzione delle dighe idroelettriche dell'Alto Usumacinta, che consistono di "cinque piccole dighe" che partono dalla frontiera tra il Petén, in Guatemala, e Marqués de Comillas in Chiapas e terminano nel territorio dello stato di Tabasco con il progetto binazionale idroelettrico "Boca del Cerro". L'opera avrà un costo di 240 milioni di dollari USA versati dalla Banca Interamericana di Sviluppo (BID) "per appoggiare un progetto di interconnessione elettrica in America Centrale, primo passo verso l'integrazione energetica mesoamericana presentata nel PPP".

Gli antecedenti del progetto risalgono a vari decenni fá. Lo studio della Commissione Federale per l'Elettricità (CFE) denominato "Esplorazioni geologiche per progetti idroelettrici sul fiume Usumacinta, Chiapas", realizzato da Gustavo Arvizu Lara e Moisés Dávila Serrano nell'aprile del 1987, afferma che "Il torrente Usumacinta, il più abbondante del paese, funge da frontiera tra il Messico e il Guatemala. Gli studi del sottosuolo sono stati realizzati nella parte medio-bassa del fiume per l'ubicazione di cinque centrali idroelettriche; quattro di loro coprono le aeree di entrambi i paesi, le rocce studiate sono in maggioranza calcaree, dolomitiche e quindi molto frammentate e in dissolvimento. Nella relazione sono riportati i risultati delle esplorazioni fisico-geologiche sostenute da rilevamenti topografici e perforazioni; sono inoltre riportati dati idrografici della corrente principale associati alle fluttuazioni dei livelli dell'acqua sotterranea".

Secondo le dichiarazioni di Marta Prione nell'articolo pubblicato su Prensa Libre de Guatemala e nel Bollettino del Commercio e dello Sviluppo del 13 luglio del 2001, dagli anni '60 è noto l'interesse per la costruzione di una diga idroelettrica sul fiume Usumacinta. "Inizialmente, il progetto era stato proposto dal Messico e per qualche ragione è sempre stato trattato con gran segretezza", ricorda l'articolista ed aggiunge "che si trattava di una rete di grandi dighe da Sayaxché fino alla diga finale in Piedras Negras, punto in cui il livello del fiume raggiunge il suo livello massimo di 25 metri in inverno, e il livello minimo di circa 45 metri in estate".

Per Marta Prione "questo provocherebbe l'inondazione di un area calcolata fra i 10 ed i 12 mila chilometri quadrati (quasi la terza parte della regione del Petén, in Guatemala), dove si trovano 800 punti archeologici, tra i quali Piedras Negras, Yaxchilán e Altar de Sacrificios, e casolari cooperativi abitati da oltre 50.000 persone, la perdita di milioni di alberi di legno pregiato e di vita selvaggia". Descrive la costruzione come una "opera faraonica, dato che il tipo di suolo carsico del Petén permette infiltrazioni, sono necessarie opere di cementificazione molto profonde ad alto costo, senza però garanzie di sicurezza sulla loro resistenza. Il beneficio del progetto andrebbe in maggior misura al Messico mentre il danno toccherebbe al Guatemala, dato che l'inondazione partirebbe dalla nostra parte, per poi scendere; il Messico utilizzerebbe la sua parte di energia e comprerebbe quella del Guatemala, o la venderebbe a El Salvador".

Nello stesso articolo si spiega che "nel 1995, don Clemente Marroquín Rojas si è opposto perché era un progetto che ledeva la sovranità del Guatemala. Nel 1983, il caso venne discusso nella riunione mondiale della UICN a Madrid, preoccupati per l'impatto sul Petén. Nel 1984, l'Istituto per l'Ecologia Culturale dei Tropici e la Società Tedesca di Etnologia hanno pubblicato questo appello mondiale: Esprimiamo la nostra profonda preoccupazione sul progetto della diga sull'Usumacinta, perché pensiamo costituisca una grave minaccia per la popolazione, per le località archeologiche Maya di valore mondiale, per i boschi tropicali e per la diversità biologica del Guatemala". La giornalista ricorda che, "personalmente, come componente dell'allora Commissione Tecnica per l'Ambiente, ho partecipato a questa battaglia che è riuscita ad arrestare il progetto. Però oggi eccolo di nuovo (...) e la questione è molto delicata e pericolosa (...). La gente deve essere informata ed esercitare il suo diritto di poter vigilare sull'ambiente e sulle risorse naturali, come diritto umano alla sua sopravvivenza".

In un altro articolo pubblicato su Prensa Libre e anche nel Bollettino Commercio e Sviluppo N.10 - aprile 2002, Magalí Rey Rosa afferma che: "Benché ad oggi sia impossibile credere a qualsiasi cosa dicano i funzionari di governo, quando si chiede qualcosa al Ministero dell'Energia e delle Miniere sulla diga idroelettrica dell'Usumacinta, questi fingono di non saperne nulla, così è difficile ottenere delle informazioni fondate. Ciò che si sa di sicuro è che l'85% dell'energia elettrica prodotta da quel progetto sarebbe destinata al Messico. E non è un segreto per nessuno la commistione tra Alfonso Portillo e Vicente Fox, la storia delle dighe potrebbe trasformarsi in un altro capitolo di terrore per le donne e gli uomini del Guatemala, soprattutto per quelli che vivono lungo le rive del fiume Usumacinta".

Oltre all'impatto irreversibile a livello ecologico sul poco che resta delle selve mesoamericane, lo spostamento di abitanti indigeni e quindi il loro impoverimento avverrà nel quadro di una maggiore presenza militare nella regione. Non dimentichiamo che il municipio di Ocosingo, in Chiapas, e la regione del Petén in Guatemala, sono fra le regioni più militarizzate della mesoamerica. Questo assicurerà che il progetto possa essere concesso a stranieri attraverso il Guatemala, in concreto alla multinazionale spagnola Union Fenosa, padrona della società DEORSA che possiede il monopolio del servizio di erogazione dell'energia elettrica nel nord del Guatemala, caratterizzato da un cattivo servizio ai clienti, da frequenti interruzioni della fornitura e alti prezzi al consumo. Sul versante messicano, invece, è presente un ostacolo costituzionale, anche se la Carta Costituzionale viene costantemente violata: "Solo i messicani per nascita o per naturalizzazione e le compagnie messicane hanno il diritto di proprietà su terre, acque e loro annessi e di ottenere concessioni per lo sfruttamento di miniere o acque. Lo stato potrà concedere lo stesso diritto a stranieri, sempre che si convenga di fronte alla Segreteria per le Relazioni di considerare patrimonio nazionale detti beni e di non invocare la protezione dei relativi governi per quanto in riferimento, pena, in caso di non osservanza del trattato, la perdita, a beneficio della Nazione, dei beni che erano stati acquisiti in virtù del trattato stesso. Per un territorio di cento chilometri lungo le frontiere e di cinquanta lungo le spiagge, per nessun motivo gli stranieri potranno prendere possesso diretto di terre ed acque". (Art. 27 della Costituzione Politica del Messico).

L'acqua è la seconda fonte di generazione di energia elettrica in Messico. Per questo è richiesta la costruzione di dighe, di edifici per le turbine, il generatore ed i trasformatori e locali di controllo. Le installazioni devono alla base della diga per approfittare dell'energia potenziale dell'acqua.

Anche se per qualcuno, come riflesso della mancanza di un'informazione trasparente e sincera da parte dei governi, le dighe sull'Usumacinta possono essere solo turbine nelle cascate d'acqua che non implicano l'inondazione di terre, in realtà questo tipo di dighe sfrutta la corrente del fiume affinché ricada nelle turbine. Benché i laghi che si formano per le dighe sono generalmente piccoli, sono lo stesso causa d'impatto ambientale a seconda della loro estensione. Monti Aguirre della Rete Internazionale dei Fiumi (IRN) conferma che ci sono vari esempi di questo tipo in Africa, per esempio in Namibia con la diga Rua Cana Falls e un altro progetto della Banca Mondiale chiamato "Lower Kahensi Project". Per Monti Aguirre anche la diga Belo Monte nell'Amazzonia brasiliana appartiene tecnicamente a questo tipo di diga "che richiede un flusso costante d'acqua in un laghetto 'relativamente' piccolo. Questo progetto senza dubbio porterà danni a circa 28 gruppi indigeni dell'Amazzonia, ad abitati rurali e ad un centro urbano (Altamira)". Ci sono anche altri progetti che vedremo più avanti dove si sfrutta la caduta dell'acqua forzandola attraverso tunnel e il torrente o la cascata cessa di rilasciare acqua lungo tutto il suo percorso, il che causa impatti ambientali a valle della diga.

Da un altro punto di vista e secondo un'altra fonte, il Progetto Nazionale "Messico Terzo Millennio" propone nel Paese sei Complessi, oltre al PPP, che sono parte integrante dell'Area di Libero Commercio delle Americhe (ALCA). In ognuno di questi Complessi si propongono progetti idroelettrici. Nel Complesso Pacifico Occidentale risaltano le dighe idroelettriche Ixcam nello stato di Nayarit. Nel Complesso Pacifico Nord il progetto Montague nel delta del Rio Colorado, Batahui sul torrente Yaqui e Huahura sul Rio Mayo. Nel Complesso Centro e Nord c'è da sottolineare il sistema idroelettrico Tzen Valle nella huasteca potosina; la diga "Santa Cynthia" e la centrale "Micos" in San Luis Potosí; la diga "Santa María" in Querrétaro e San Luis Potosí; la diga di trasferimento "Extoraz" tra Querétaro e Hidalgo; la diga "Amajaque" in Hidalgo e la costruzione di varie centrali del Sistema Idroelettrico sul Rio Necaxa nello stato di Puebla. Nel Complesso Pacifico Sud risaltano le dighe Papagayo-La Parota e Omotepec in Guerrero; e Verde-Atoyac in Oaxaca; il canale interoceanico di Tehuantepec di 288 km oltre alla ferrovia elettrica trans-istmica ad alta velocità ad otto vie e la costiera del Golfo a doppia via, entrambi elettrificati ed ad alta velocità.

Per il momento, ci soffermiamo sul Complesso Sudest e specificatamente sui progetti idroelettrici in Chiapas che coinvolgono diversi fiumi dello stato e le conche dei torrenti Grijalva e Usumacinta. Il Sistema UsuTulijá ed i progetti Quetzalli, Huixtán I, Huixtán II, Jattza e Nance, localizzati tutti in Chiapas, raggiungeranno una potenza di 9.520 MW (il 27% del livello nazionale), e genereranno 33.000 milioni di kW/ora all'anno (KW/h-a), cioè il 20% della produzione nazionale attuale. Con tutto questo si vorrebbero appoggiare i futuri progetti di sviluppo degli attuali centri urbani e industriali ed aggiungere un milione e mezzo di ettari per l'agricoltura da esportazione, la qual cosa implicherà l'espulsione dei piccoli produttori. Nello stesso modo si giustificano i progetti per dotare di energia il corridoio del Golfo e per controllare le inondazioni costiere provocate dal disboscamento, così come fornire di energia la Penisola dello Yucatán che nel quadro del PPP sarà invasa da parchi industriali, maquiladoras e centri di agro-esportazione.

Grazie alla notevole portata dell'Usumacinta, 70.100 milioni di metri cubi compreso il contributo preveniente dalla diga Salto de Agua sul torrente Tulijá che attraversa tutto il municipio di Salto de Agua, ogni metro di carica-invaso fornirebbe 150 milioni di kW/h che equivalgono a un risparmio di 250.000 barili di combustibile all'anno, "fatto determinante per scegliere la altezza della diga secondo l'area massima da inondare". Per il progetto è necessario "Valutare (...) i danni-indennizzi in entrambi i lati della frontiera", anche se si pensa che le rovine archeologiche maya di Yaxchilán in Chiapas, che si trovano a 170m s.l.m., e Piedras Negras in Guatemala, situate a 150m s.l.m., non verrebbero inondate dai laghi artificiali delle dighe, secondo lo studio topografico elaborato nel 1967 dal CFE. Quindi, il progetto conclude che "non essendoci danni archeologici rilevanti, sarebbe conveniente aumentare l'altezza della diga", anche se le comunità indigene devono essere sfollate e le selve inondate, e sottolinea che "Questo, permetterebbe di approfittare obiettivamente di risorse tecniche ed economico-finanziarie, affermandosi come opera di infrastruttura che condividerebbero Messico e Guatemala".

Per il Progetto Nazionale "Terzo Millennio" l'obiettivo centrale è l'affare: "è fondamentale pensare, pianificare e costruire progetti ed opere d'infrastruttura di base ad alta partecipazione e produttive" che "offrano garanzie sufficienti agli investitori per fomentare l'installazione di industrie, attivare il commercio ed incrementare la produzione agropecuaria". Per questo, è necessario che i governi modifichino gli accordi ed i trattati di cooperazione binazionale, in particolare il Patto di San José "affinché riesca l'interconnessione dell'alta tensione fra il sud del Messico, il Centroamerica e il nord della Colombia". Inoltre, cinicamente si propone la necessità di concretizzare un Trattato di Libero Commercio per tutta l'America Latina (ALCA) "per promuovere uno sviluppo sovrano e integrale". Così, "Questo obiettivo darà spazio ad una rinnovata alleanza di prosperità fra tutti i paesi del continente". In altre parole, gli indigeni e i contadini rimangono esclusi dato che non sono grandi investitori sussidiati dai governi del nord né sono "produttivi" per il mercato.

Per il Piano Nazionale "Messico Terzo Millennio", l'area totale che sarà inondata in tutta la conca dell'Usumacinta è di 725 chilometri quadrati che equivalgono a 72.500 ettari di terre indigene e di selva, delle quali 425 km quadrati sono in territorio messicano e 300 km quadrati sono in territorio guatemalteco. Ma, se teniamo conto di tutti i progetti qui descritti, si arriva alla cifra di circa mille chilometri quadrati che equivalgono a 100 mila ettari di terre inondate. Con tutto ciò si vorrebbero creare "moderne industrie agropecuarie e manifatturiere, distretti per la produzione del pesce e acquari, un appassionante destino di sviluppo turistico". Il fiume Usumacinta passa anche per lo stato di Tabasco, dove si realizzerebbe un canale di derivazione a Balancán che travaserà - porterà - l'acqua del torrente verso la Laguna de Términos nello stato di Campeche. Questo canale produrrà 1.250 milioni di kW/h in una centrale idroelettrica addizionale a basso carico.

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Se si aggiunge la diga di Salto de Agua che presumibilmente controllerà le inondazioni del fiume Tulihá, la regione nord e oriente di Tabasco, e il sud est di Campeche, la beneficiata sarà l'industria che "combinando efficienti opere di drenaggio e canali di navigazione, recupererà più di un milione e mezzo di ettari di terre fertili per le attività agropecuarie e acquatiche". Inoltre, a partire dalla riva destra del suo invaso "una monumentale conduttura" unirà gli invasi dei progetti "Boca del Cerro", "San Pedro" e "Candelaria" e sarà possibile disporre di un torrente-canale con diverse ramificazioni ed ottenere "abbondante acqua fresca e irrigare estese superfici nella penisola dello Yucatán che si tradurrà in un futuro migliore per i suoi abitanti e sarà l'asse vitale per ristabilire l'assetto ecologico di un così importante territorio peninsulare". Sicuramente non parlerebbero così i giornalieri agricoli del nord del Messico, visto che vivono nella miseria e con giornate mal pagate.

Per ottimizzare il potenziale idroenergetico di tutta la conca, il Progetto Nazionale spinge affinché il Guatemala sviluppi un piano simile a quello proposto per il sudest del Messico sui fiumi Ixcán, Xattbal, Chixoy e La Pasión, il che aumenterebbe la produzione di elettricità per la vendita e farebbe risparmiare il consumo di idrocarburi.

Il fiume Usumacinta ha come principali affluenti i fiumi Lacantún, Ixcán, Xattbal, Chixoy o Salinas e de La Pasión. La conca possiede il 20% dei corsi d'acqua del paese e può travasare grandi volumi di acqua e di energia alla penisola dello Yucatán. Quindi, il Sistema "Usumacinta-Tulhá" (UsuTulhá) si prefigge di controllare i fiumi Tulijá e Usumacinta che inondano molta parte della pianura costiera degli stati di Tabasco e di Campeche in parte a causa dei grandi disboscamenti operati dalle imprese del legname. Si propone quindi che le dighe siano collegate tra loro per mezzo di tunnel e canali. Si vuole che il Sistema "Usu Tulhá" sia "il più importante progetto multifunzionale in Messico - produzione idroelettrica, alimentazione e sviluppo integrale". Tra i piani che compongono il Progetto Nazionale "Messico Terzo Millennio", si trovano (vedere mappe al sito www.ciepac.org):

  1. Diga "Salto de Agua". Ubicata nel municipio di Salto de Agua, nella regione nord del Chiapas, sul fiume Tulijá e a 39 km a sudest di Macuspana nel vicino stato di Tabasco, e 35 km ad occidente di Palenque, sempre in Chiapas. Servirà al controllo delle inondazioni e a deviare il corso del fiume Tulijá (6.600 milioni di metri cubi) con un tunnel di 23 km di lunghezza e 9 m di diametro verso l'invaso del progetto binazionale idroelettrico "Boca del Cerro" (per la sua parte corrispondente sul fiume Chancalhá). In questo consiste il travaso, nel portare le acque di un torrente ad un altro, o nel trasferire le acque di un torrente ad un altra diga. La diga avrà un muro di 150 m di altezza ed una lunghezza di 2 km. L'invaso creerà un lago artificiale che inonderà 396 km quadrati di selve e di terre indigene con una capacità di 24.540 milioni di metri cubi, e funzionerà con oscillazioni minime di livello e regolerà totalmente la portata del fiume Tulijá. Lungo le rive della diga si potranno costruire "moderni centri abitati, industriali, agropecuari e acquatici, ed incrementare la capacità del Sistema "UsuTulhá" con 700 MW e la produzione di 1.900 milioni di kW/h-a." (kW/ora all'anno).
     
  2. Diga Binazionale "Boca del Cerro", Chiapas-Tabasco e Guatemala. È considerata l'opera idroenergetica più significativa e chiave del Sistema "UsuTuljá" e del sudest del Messico. Si ubicherà a 9,5 km al sud est di Tenosique, Tabasco, e consisterà di una diga di 135 m di altezza, che darà forza a sei potenti turbo-generatori da 700 MW, con una capacità di contenimento di 19.550 milioni di metri cubi. Con le sue ramificazioni, porterà acqua alla penisola dello Yucatán con un tunnel di 350 km per favorire la produzione agropecuaria di un milione e mezzo di ettari nella pianura costiera. Avrà un invaso, o lago artificiale, di 300 km quadrati che equivalgono a 30.000 ettari e il 42% della sua superficie si troverà in territorio guatemalteco. Boca del Cerro avrà una capacità di 4.200 MW e una produzione di 17.400 milioni di kW/h-a, il 67% della energia idroelettrica del Messico, si risparmierebbero così 29 milioni di barili di combustibile. Questa diga sarebbe la più importante del paese anche se sotto altri aspetti è più importante quella di El Cajón nello stato di Nayarit.
     
    "Boca del Cerro" "è prioritaria" e richiede quindi "la partecipazione dei governi del Messico e del Guatemala nello sviluppo della proposta di fronte alle organizzazioni finanziarie e ai privati, (quota massima dell'acqua 125 m s.l.m.)". D'altro canto, "tutti gli investimenti per la costruzione delle opere civili e delle installazioni elettromeccaniche associate al progetto e i danni maggiori, rimarranno in Messico; circa il 65% dei contributi al futuro invaso, proverranno invece dagli affluenti guatemaltechi. In questo modo, i benefici ottenuti dalla produzione di elettricità saranno sostenuti dalle norme stabilite dal Trattato Internazionale dei Limiti e delle Acque e dalle nuove regole dell'ampliato Patto di San José, così come dai trattati ed accordi che ne derivino".
     
    Il Progetto Boca del Cerro è contemplato anche all'interno del Piano Idraulico 2001-2005. Per "Messico Terzo Millennio" l'esecuzione del progetto "presenta un preventivo stimato intorno ai 50.000 milioni di pesos (cinque mila milioni di dollari), di cui il 70% sarà in moneta nazionale - opere civili, materiali di costruzione, equipaggiamenti vari... - da destinare in un periodo di cinque anni, ed assicurerà agli organizzazioni finanziari e all'iniziativa privata investimenti altamente competitivi e produttivi". Da parte sua, l'Associazione Civile Ecologista Santo Tomás di Tabasco, con un comunicato, ha reso noto che il progetto Bocca del Monte era stato cancellato già nel 1991 dall'allora Presidente Carlos Salinas dato che avrebbe danneggiato le zone archeologiche e provocato danni ecologici. Di fatto, i terremoti avvertiti a Tenosique sono dovuti alle esplosioni in corso a Alto Grijalva. (Tabasco Oggi, 30 di giugno 2002).
     
  3. Diga "Chumpán". Situata nello stato di Campeche, vicino al Chiapas, confina a sud con Balancán, Tabasco. Consiste di una diga-canale sul fiume Chumpán di 12 m di altezza e 7,5 km di lunghezza "per formare un attraente lago di 265 km quadrati con un'altezza massima di 10 m s.l.m.". Questo comporta l'inondazione di 26,500 ettari. La diga trasporterà l'acqua in un tunnel di 21 km per canalizzare le estrazioni della diga Bocca del Monte (somma dei fiumi Tulijá e Usumacinta) verso il torrente Salsipuedes che sbocca nella Laguna di Termini, Campeche. Avrà sponde percorribili di arginamento e si vuole anche installare una centrale di bassa portata - 250 MW e 1,200 milioni di kW/h-a. Sarà possibile la navigazione, dal progetto Bocca del Monte fino il Golfo del Messico (236 km) e "sviluppare nuovi centri abitati, zone agricole e l'installazione di fabbriche".
     
  4. Diga "Bajatzén". Situata sul fiume Shumulhá a 16 km a nordest di Yajalón e che fa parte della conca del fiume Tulijá. Confina con i municipi di Tumbalá e Tila nella zona Nord del Chiapas. Si vogliono sfruttare le rapide del fiume e il suo sfociare nella futura diga di "Salto de Agua", per disporre un carico di 400 metri, che mediante un tunnel di 3,5 km produrrà 690 MW per generare 2,530 milioni di kW/h-a. Questo si integra con una diga di 250 m di altezza che formerà un lago artificiale di 635 milioni di metri cubi. Questo progetto potrebbe essere "un'eccellente alternativa al progetto idroelettrico 'Itzantún' sul fiume Tacotalpa, di fronte ai problemi sociali che limitano questo vantaggioso progetto."
     
    In questo modo, il Complesso di Sviluppo del Sudest si trasforma in un situazione di "sicurezza nazionale" per il Progetto Nazionale "Messico Terzo Milenio". Per questo, "il conflitto con i ribelli deve essere risolto perché le richieste dei ribelli (autonomia - separazione territoriale, regionalizzazione etnica, culturale, sociale), insieme ai piani ufficiali (Piano Puebla Panama), impediscono di approfittare al meglio delle risorse naturali e del pieno sviluppo della regione". In altre parole, gli indios ostacolano le ambizioni del capitale e gli Accordi di San Andrés firmati tra l'EZLN ed il governo federale, sono un muro di contenzioni a questa rapina. Quindi, riprenderanno le precedenti lotte sociali, indigene e contadine in Chiapas contro le dighe, La quantità di progetti idroelettrici nella regione, promettono processi di resistenza per evitare non solo che gli abitanti coinvolti siano destinati a morire di fame grazie ai trattati di libero commercio che li vogliono seppellire nella miseria, ma anche contro questi progetti che vogliono seppellire la loro terra, la loro storia e cultura sotto le acque dello "sviluppo".

Gustavo Castro Soto
CIEPAC, A.C.

CIEPAC è membro di: Movimiento por la Democracia y la Vida (MDV) de Chiapas; Red Mexicana de Accion Frente al Libre Comercio (RMALC; ); Convergencia de Movimientos de los Pueblos de las Americas (COMPA; ); Red por la Paz en Chiapas; Semana por la Diversidad Biologica y Cultural ; Foro Internacional "Ante la Globalizacion, el Pueblo es Primero", Alternativas contra el PPP.

CIEPAC, A.C.
Centro de Investigaciones Economicas y Politicas de Accion Comunitaria
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Col. Jardines de Vista Hermosa
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Tel/Fax: en Mexico 01 9 678-5832 fuera de Mexico +52 9 678-5832
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Miembro de la Red Mexicana de Acción Frente al Libre Comercio (RMALC)y de Convergencia de Organismos Civiles por la Democracia.
(traduzione a cura: Comitato Chiapas di Torino e Comitato Chiapas "Maribel" di Bergamo)


BOLETTINO "CHIAPAS AL DIA" No. 303
CIEPAC, CHIAPAS, MESSICO
(21 agosto 2002)

I MEGAPROGETTI IDROELETTRICI DEL PPP
PROGETTI DI DIGHE IN CHIAPAS!
(Seconda Parte)

Mentre il governo negava i piani di costruzione di dighe in Chiapas, i macchinari sul fiume Tzaconeja aprivano un varco nella selva di Ocosingo di fronte al malcontento di zapatisti e priisti della regione. Mentre la CFE smentiva i progetti delle dighe, nel suo sito web www.cfe.gob.mx presenta le sintesi degli studi di ognuna di queste e, chissà, forse domani le toglieranno. Mentre il presidente Vicente Fox firma con il presidente guatemalteco l'accordo sulle dighe sull'Usumacinta e la Banca Interamericana di Sviluppo (BID) approva un finanziamento, il governo statale nega i progetti di dighe nello stesso momento in cui organizzazioni del Peten diffondono un comunicato in cui si chiedono maggiori informazioni che i governi rifiutano di dare ai cittadini. Mentre si promette sviluppo e benessere alle famiglie con la costruzione delle dighe che genererebbero energia e controllerebbero le inondazioni, negli Stati di San Luis Potosi e Zacatecas, dichiarati disastrati, le dighe tracimate e mal controllate sono collassate per le piogge. La distruzione delle dighe La Ventilla, Capulin, Malpaso e Santa Rosa nei primi quindici giorni di agosto, ha provocato l'inondazione di centinaia di ettari e di raccolti distrutti e centinaia di capi di bestiame persi; decine di persone morte, ferite e scomparse, sorprese in piena notte dal torrente di acqua che ha travolto le loro case provocando migliaia di costruzioni danneggiate. Le piogge e le dighe tracimante a monte, minacciano le altre dighe a valle. In un altro luogo, in Germania, la tracimazione di una diga, a causa delle piogge intense, ha provocato lo sgombero di 16mila persone.

Non è una novità l'occultamento della verità. Il governo dichiara che c'è sviluppo e nello stesso tempo ammette che oltre il 54% della popolazione messicana vive in condizioni di povertà, così come il 93% degli indigeni del paese. D'altro canto nega che in Messico siano presenti elementi transgenici e, nel mese di agosto corrente, comunica di aver concesso il permesso alla multinazionale Monsanto di seminare soya transgenica a Tapachula. Inoltre, nega che ci siano prigionieri politici in Chiapas e, tempo addietro, in alcuni momenti, negava addirittura l'esistenza del Piano Puebla Panama. Il governo federale nega che esista un conflitto ed afferma la sua volontà di pace con la visita del presunto incaricato governativo per la mese durante questo mese, poi, l'Esercito Messicano arriva con 3mila uomini ed oltre 100 veicoli, provenienti dalla XXX Zona Militare di Villahermosa Tabasco, nella selva Lacandona, dove è sempre latente l'espulsione delle comunità dai Montes Azules.

Oltre ai progetti idroelettrici del Bacino dell'Usumacinta, vengono identificate altre opere prioritarie nell'ambito del Progetto Nazionale "Terzo Millennio". É da rilevare l'assenza di studi sull'impatto sociale, ecologico e sul patrimonio culturale. Questi megaprogetti hanno un fortissimo impatto su una vasta popolazione indigena della regione. In queste regioni le comunità indigene riferiscono già dell'intromissione della Commissione Federale Elettrica (CEF) per la marcatura dei terreni. Nello stesso tempo le stesse comunità si stanno organizzando per esigere spiegazioni sulla loro presenza e sulle loro terre.

  1. Diga "Quetzalli". Sul fiume Lacantun a 90 km ad est del capoluogo Las Margaritas e a 3,5 km a nordest della comunità Nuevo San Andrés, vicino a Estacion Ixcan, Flor de Café e ai bordi della riserva della biosfera dei Montes Azules. Sarà una diga con un irreparabile impatto ecologico, un'altezza di 145 metri che formerà un lago artificiale il cui invaso inonderà 570 km2 equivalenti a 57 mila ettari. (Nota: un chilometro equivale a un milione di metri quadri; un ettaro equivale a 10 mila metri quadri; un chilometro quadrato equivale a 100 ettari).
     
    Questa diga avrà una portata di 32,375 milioni di metri cubi. Il progetto viene così giustificato: "Controllando gli ingenti volumi di fango, elevare i livelli freatici ed aumentare l'immagazzinaggio delle acque, contribuirà a rigenerare e proteggere la flora e la fauna della riserva integrale dei Montes Azules". Niente di più lontano dalla realtà. L'obiettivo centrale sarà quello di formare un "immenso lago artificiale" in mezzo alla Selva Lacandona e creare grossi affari e vie di comunicazione "dove si potranno sviluppare la pescicoltura e il turismo". Genererà energia elettrica per 1.200 MW e 3,900 milioni di kW/h-a per alimentare le industrie agricole di esportazione, sistemi di irrigazione, porti, aeroporti, treni elettrici e maquiladoras. Questo progetto va oltre le ragioni per le quali si vogliono sgomberare le comunità indigene dei Montes Azules. La costruzione di infrastrutture entrerà presto in contraddizione con la pretesa di proteggere la biodiversità. Ma, in entrambi i casi, sono le comunità indigene che ci perderanno visto che il comune denominatore è l'espulsione della popolazione dalle sue terre.
     
  2. Diga "Huixtan I". Situata sul principale affluente del fiume Lacantun, sul fiume Santo Domingo, a 63 km ad est del capoluogo Las Margaritas e 23 km a sud-sudovest del progetto "Quetzalli". La diga sfrutterà l'acqua del fiume Santo Domingo ed avrà una capacità di 1.200 MW e genererà 3.150 milioni di kW/h-a. Avrà una parete ad arco di 175 metri di altezza che formerà un lago artificiale il cui invaso avrà una capacità di 6.000 milioni di metri cubi di acqua ed inonderà 90 km2 (pari a 9 mila ettari). Con questa si vogliono ottenere benefici per "la navigazione, il turismo, la pescicoltura, il controllo delle inondazioni".
     
  3. Presa "Huixtan II". Situata anch'essa sul fiume Santo Domingo a 9 km a sudovest del progetto Huixtan I", dove il fiume Santo Domingo attraversa la frontiera con il Guatemala. Avrà una capacità di 1.413 milioni di metri cubi e sarà complemento per lo sfruttamento del corso d'acqua e delle cascate del fiume Santo Domingo. Con una potenza di 600 MW, genererà 1.900 milioni di kW/h-a che aumenteranno il potenziale idroelettrico del bacino del fiume Usumacinta. Avrà una parete di 225 metri di altezza ed un invaso che inonderà 44 km2 di terre indigene equivalenti a 4.400 ettari, di cui 3 km sono in territorio guatemalteco. Alcune comunità indigene dovranno sparire visto che saranno inondate, eppure il progetto viene giustificato in questo modo: "allargando la prospettiva di benessere e lavoro nella zona sud della Selva Lacandona e sostituendo e comunità colpite - Amparo Aguatinta, Ojo de Agua, Las Flores y California — con nuovi centri abitati forniti di tutti i servizi, collegati grazie alla vasta rete di strade e canali navigabili, lo fanno diventare un progetto ad alto indice energetico e tecnico-economico che sosterrà lo sviluppo attuale e futuro del sudest".
     
    In altre parole, si vogliono cancellare dalle carte geografiche terre zapatiste del municipio autonomo Tierra y Libertad e ejidos di filiazione priista. Curiosamente è proprio dove le comunità hanno denunciato gli incendi permanenti e costanti di Moscamed che hanno distrutto coltivazioni di caffè e mais. Regione con forte presenza militare e dove il governo, come in altre regioni del Chiapas, promuove fortemente il Programma di Certificazione dei Diritti Ejidales (Procede) per privatizzare la terra. É anche la regione indigena in cui è presente una forte migrazione verso gli Stati Uniti o verso le città più vicine come Comitan o San Cristobal de Las Casas dove si sta promuovendo, con scarso successo, l'installazione delle maquiladoras che attirano mano d'opera povera e a basso costo. Ma è anche la regione in cui proprietà ejidales di diversa ideologia e partiti politici di oltre 40 comunità di 5 municipi, hanno deciso di unirsi in un'organizzazione "Directiva Contro le Dighe" per difendere le loro terre, la selva ed i fiumi.
     
  4. Diga "Jattza". Sul fiume Jatate a 54 km a est-sudest di Altamirano e 63 km a nordovest del progetto "Quetzalli". La diga sarà alta 235 metri e, nel bacino del fiume Usumacinta, sarà il progetto idroelettrico più alto che impatterà le comunità della valle di Las Tazas che ospita comunità zapatiste ed organizzazioni indigene della Aric-Indipendente ed ufficiale. Sebbene il suo impatto sociale ed ecologico sarà assolutamente negativo, per i suoi progettisti "è compensato dalla sua localizzazione energetica strategia e dall'importante impatto sociale".
     
    Questa diga avrà una capacità di 900 MW e produrrà 1.970 milioni di kW/h-a, sufficienti a fornire energia elettrica a nord dello Stato del Chiapas, al vicino Stato del Tabasco ed alla penisola dello Yucatan. Non si parla mai dei benefici per la popolazione indigena della regione, ma solo dei grandi affari nell'ambito del Piano Puebla Panama (PPP) quale espressione regionale dell'Area di Libero Commercio delle Americhe (ALCA). Il suo lago artificiale sarà di 29 km2 che equivalgono ad inondare 2.900 ettari di ejidos. Potrà accumulare 2.715 milioni di metri cubi. Le bontà del PPP ridisegnano il suo impatto: "sarà un'economica via fluviale sui fiumi Tzanconeja e Jatate e promuoverà la pescicoltura, il turismo e permetterà un miglior controllo delle inondazioni". Quindi, le comunità Romulo Calzada e La Sultana potranno sparire ed essere inondate.
     
  5. Diga Centrale "Nance". Sul fiume Tzaconeja ne los Altos de Chiapas a 7,5 km a sudest di Altamirano e 2 km a sud dall'abitato zapatista di Morelia. La diga sarà in totale di 440 metri, con un'altezza di 75 metri ed oltre 380 metri di dislivello che condurranno l'acqua in un tunnel lungo 7 km. Inoltre, avrà una capacità di 480 MW e produrrà 1.000 milioni di kW/h-a. Il suo invaso formerà un lago artificiale che inonderà 4 km2 equivalenti a 400 ettari di terra ejidale e conterrà 360 milioni di metri cubi di acqua. Anche se per i progettisti di questa diga "sarà un'attrazione turistica e per la produzione del pesce", per gli abitanti significherà maggiore povertà ed espulsione ed un potenziale beneficio elettrico che finirà per andare ad altre regioni industriali: "Per la sua opportuna localizzazione e distanza in linea d'aria, permetterà di rafforzare ed incrementare la disponibilità di potenza ed energia nelle ore di massima richiesta negli Stati del sudest e nella penisola dello Yucatan. Nello stesso tempo, insieme agli altri progetti nel bacino dell'Usumacinta, consoliderà i programmi proposti per i nuovi centri abitati sulla costa del Golfo del Messico".
     
    Solo queste quattro dighe significano l'inondazione di laghi artificiali che inonderanno un totale di 737 km2 di selva ed ejidos, equivalenti a 73.700 ettari di terra. Questa superficie è più grande di uno qualsiasi degli 88 municipi del Chiapas la cui superficie è inferiore a questi 737 km2 di terra (per un totale di 118). Alcuni di questi municipi potrebbero essere completamente sommersi come il municipio di Tumbala (707.5 km2 ) e Frontera Comalapa (717.9 km2 ), fino a 22 volte il municipio di Tapalapa o di Tzimol (32.3 km2 ciascuno), o 14 volte il municipio La Grandeza (52.2 km2 ). Se a questo sommiamo i mille km2 equivalenti a 100 mila ettari che inonderebbero le dighe contemplate nel Bacino dell'Usumacinta, descritte nella prima parte dello studio, potrebbero essere inondati un totale di 1.737 km2 , che sarebbe come mettere sott'acqua uno qualsiasi dei quasi 100 municipi del Chiapas. Per esempio, potrebbero essere inondati i territori dei seguenti municipi: Comitan, Venustiano Carranza, Altamirano, Palenque, Independencia o La Trinitaria.

    ..... segue

    BACINO DEL FIUME MEXCALAPA-GRIJALVA.

    Il Sistema Idroelettrico del fiume Grijalva, è stato realizzato tra il 1959 e 1987 in mezzo a molti conflitti sociali che hanno provocato sgombero di popolazione, repressione e perfino contadini arrestati e uccisi. Questo Sistema è parte integrante dei progetti delle grandi dighe del Chiapas come "Belisario Dominguez-La Angostura" (900 MW e 2.025 milioni di milioni di kW/h-a); "Manuel Moreno Torres-Chicoasen" (1.500 MW e 4,500 milioni di milioni di kW/h-a); "Netzahualcoyotl-Malpaso" (1,080 MW e 3.000 milioni di milioni di kW/h-a) e "Angel Albino Corzo-Las Penitas" (420 MW e 1.450 milioni di milioni di kW/h-a).

    Tutto il Bacino del Mexcalapa-Grijalva immagazzina un totale di 37.000 milioni di metri cubi di acqua, equivalenti al 30% dei corsi di acqua delle pianure costiere del Tabasco. Ha una capacità di 3.900 MW e d una produzione media annuale di 11.000 milioni di kW/h. Con i progetti idroelettrici proposti in questo Bacino, si vuole aumentare la potenza del 43% e la produzione del 41%. Ne beneficerebbero i grandi investitori ed il turismo poiché "stimolerebbero in grande scala le attività turistiche, di svago, la pescicoltura e la navigazione in cinque eccellenti invasi, sulle cui sponde potrebbero stabilirsi nuovi centri abitati".

    Ora vediamo le proposte di miglioramento delle dighe di questo Bacino:

  6. Diga "La Angostura". Situata a 53 km2 a sudest di Tuxtla Gutierrez nel municipio di Venustiano Carranza, controlla quasi la metà del bacino e regola lo scorrimenti di acqua normale e straordinario nella parte del fiume Grijalva. "Mantenendo entro una variazione di sei metri l'acqua immagazzinata ed il livello massimo di manovra, compatibilmente con la sicurezza degli altri progetti, si tradurrebbe in un aumento significativo della generazione di elettricità — ogni metro cubo disponibile nel suo prezioso invaso rappresenta un kW/h in tutto il sistema — e potrà sempre garantire la potenza installata".
     
  7. Diga "Chicoasen". A 21 km2 a nord di Tuxtla Gutierrez, all'uscita del cañon del Sumidero, la sua operatività dipende dalla diga "La Angostura". La deforestazione-erosione del bacino, riduce rapidamente la sua capacità di generazione quindi, si propone di realizzare dighe per il controllo delle ostruzioni di fango sui fiumi Sabinal, Suchiapa, Santo Domingo y Hondo. "Cioè, è urgente definire il grado e ampiezza delle ostruzioni del fango; secondo i risultati ottenuti, si sveltiranno i progetti delle opere per prolungare la sua vita utile. Questo implica che la profondità attuale e a medio termine dei sedimenti, definirebbe se sia o meno conveniente installare i tre turbogeneratori mancanti (900 MW) e ampliare i sistemi di trasformazione e trasmissione". L'ampliamento della generazione di energia per mezzo delle turbine, è già stato commissionato ad una società straniera.
     
  8. Diga "Malpaso". Situata a 115 km2 a sudovest di Villahermosa, è stata la prima opera costruita per regolare il fiume Mexcalapa. Si raccomanda di eseguire modifiche di fondo. "Elevando la diga di dodici metri, con inclinazioni di 1.25:1 a monte (lastre di cemento) e 1.5:1 a valle (arroccamento compatto), la capacità di immagazzinamento aumenterebbe a 18.000 milioni di metri cubi — simile al progetto La Angostura — che permetterebbe di aggiungere 1.350 milioni di kW/h-a. Quindi i tre bacini sul lato sinistro e le strutture-ponte delle opere di presa, saranno proporzionalmente elevate e dovrà essere ricollocata la sottostazione Malpaso I".
     
    Inoltre, in un porto sito a 19 km a ovest-nordovest della diga "si costruirà una nuova opera di scarico eccedenze che scaricherà nel fiume Nanchital-Uxpanapa che confluisce 7 km a est di Minatitlan nel fiume Coatzacoalcos e sostituirà così gli attuali deviatori". Inoltre "è necessario alimentare la centrale con 540 MW, avendo già ampliato la sala macchine, e costruire una nuova centrale idroelettrica sul lato sinistro utilizzando parte dei tunnel di deviazione e lo sbarramento dei deviatori. Dopodiché si procederà a comunicare i pozzi di oscillazione per trasformarli in gallerie di equilibrio ed aumentare il carico produttivo".
     
  9. Diga "Las Penitas". A 83 km a sudovest di Villahermosa ha una capacità di immagazzinamento di 1.630 milioni di metri cubi. É la diga più piccola del Bacino prima che il fiume Mexcalapa raggiunga la pianura del Tabasco e questo la rende la chiave per il controllo delle possibili inondazioni nei luoghi in cui saranno ubicati porti, strade e industrie del PPP. La costruzione di un nuovo deviatore controllerà e trasporterà i volumi i acqua eccedenti dalle centrali "La Angostura", "Chicoasen" e "Malpaso" fuori dal bacino del fiume Grijalva. Questo a prescindere al deviatore ausiliario che potrebbe diventare una seconda sala macchine per fornire la centrale di 300 MW (anche il porto-diga "El Mico", situato a 3 km a nordest della diga, è una buona alternativa). Il progetto si riferisce alla necessità che nel deviatore di servizio si collochino schermi metallici di 5.50 metri sui parapetti della struttura. Con una potenza totale di 720 MW, la produzione aumenterà a 1.850 milioni di kW/h-a.
     
    Lo studio "Ingegneria geologica del progetto idroelettrico Penitas, Chiapas" è stato realizzato da Carlos M. Gonzalez Cruz nel marzo del 1989. La CFE riassume così lo studio: "Le esplorazioni geologiche del sito e l'invaso della diga situata nella parte bassa del fiume Grijalva, durano da poco più di 20 anni dalla sua costruzione; in questo periodo si riuscì a raccogliere un gran numero di esperienze di tipo geologico e geotermico. Gli aspetti analizzati sono: la sedimentazione della cortina che corrisponde a materiale alluvionale del fiume stesso, i metodi per la compattazione dinamica delle alluvioni e la collocazione di uno schermo impermeabile di materiale plastico e le condizioni geologiche di ogni parte dell'opera.
     
  10. Diga "LV Malpaso 2". Il progetto idroelettrico si troverebbe sul fiume La Venta, proprio nel suo punto di congiunzione con il fiume Negro. Situata a 28 km a sudovest della diga "Malpaso" e 75 km a nordovest di Tuxtla Gutierrez, sarà integrata con una cortina di 230 metri di altezza che creerà un invaso di 3.750 milioni di metri cubi di immagazzinamento che creerà un lago artificiale che inonderà 51 km2 equivalenti a 5.100 ettari. Avrà una capacità di 540 MW e genererà 1.800 milioni di kW/h-a che, aumentando il livello massimo della diga "Malpaso" a 200 msnm., aumenterà il potenziale del sistema idroelettrico del fiume Grijalva.
     
  11. Diga "Mexcalapa", Tabasco-Chiapas. Situata a 27,5 km a valle della diga Penitas con uno sbarramento percorribile di 13 km e l'impianto idroelettrico all'estremo est con una capacità di 300 MW che genereranno 950 milioni di kW/h-a, per poter canalizzare nel fiume Mexcalapa solo estrazioni controllate. Il suo deviatore, che si troverebbe nell'incassatura ovest della diga, scaricherebbe al fiume Las Flores, affluente del fiume Tonala. Questo ridurrebbe le inondazioni nelle pianure costiere del Tabasco.
     
    Esistono altri progetti non contemplati nel Progetto Nazionale "Messico Terzo Millennio", ma di cui riferiscono le comunità indigene della regione, a partire dalle operazioni della CFE che rivisita vecchi progetti idroelettrici ed altri nuovi.
     
  12. Dighe del Sistema Cancuc. Situate nella zona Altos del Chiapas. Tra altri studi della CFE, questo "Esplorazione geologica realizzata nell'ambito del sistema CANCUC, Alto Usumacinta-Tacotalpa, Chiapas", realizzato da Gustavo Arvizu Lara e Moises Davila Serrano nel maggio del 1987. Questa pubblicazione riporta che "nella parte centro-nord dello Stato del Chiapas, si trovano una serie di opere civili per lo sfruttamento integrale della parte alta dei bacini Grijalva e Usumacinta. Le opere consistono di varie dighe e tunnel-canali per trasferire 34 metri al secondo di acqua dal secondo al primo dei bacini citati. Le caratteristiche delle rocce, in maggioranza calcaree, dolomitiche e sedimenti depositati da ambienti costieri, sono stati determinati da studi geologici, sismici e geoelettrici, con perforazioni".
     
  13. Diga Itzantun. Situata principalmente nel municipio di Huitiupan. La ricerca della CFE denominata "Esplorazione geologica-geofisica del tunnel di conduzione Itzantun-Cuitlahuac, Chiapas", di Gustavo Arvizu Lara e Moises Davila Serrano nel dicembre del 1985, è stato realizzato "allo scopo di raggiungere un migliore sfruttamento delle risorse idriche nella parte del sudest del paese, si prevede il trasferimento di acqua tra i due bacini. É formato da diverse piccole dighe, canali e tunnel. In questo documento si analizzano i risultati degli studi di due alternative per la conduzione; si allegano i rilevamenti geologici-strutturali sostenuti da metodi di investigazioni geologica".
     
    Eppure, la lotta contro la realizzazione di questa centrale idroelettrica , iniziò negli anni '70 ed è durata fino ad oggi. Abitanti del municipio di Huitiupan, senza distinzioni politiche o religiose, si sono uniti per impedire che più di 11 mila ettari delle loro terre finiscano sott'acqua, compreso il capoluogo municipale. Attualmente, gli abitanti, stanchi di tante vessazioni, mancanza di incentivi per la terra ed una campagna governativa insistente affinché richiedano gli attestati di proprietà della loro terra attraverso il programma Procede, stanno vendendo i loro terreni e questo potrebbe facilitare la realizzazione di dighe se non riusciranno a resistere attivamente. Di fronte a questa difficoltà, il Progetto nazionale "Messico Terzo Millennio" propone di sviluppare dighe di immagazzinamento e sistemi di trasporto-trasferimento sui fiumi Tepate, Pichucalco e Puyacatengo-Teapa, più a nord del fiume stesso, dove si potrebbero concentrare e collegarle ad un nuovo progetto sul fiume Tacotalpa-La Sierra. Questa diga complementare tratterrebbe acqua a valle del progetto Itzantun e potrebbe generare 660 MW e 2.185 milioni di kW/h e, oltre al suo enorme lago artificiale, controllerebbe la parte alta e media del bacino del fiume Tacotalpa.
     
  14. Diga Caballo Blanco. Abitanti del municipio di frontiera di Chicomuselo, hanno denunciato l'intromissione della CFE per marcare terreni per una possibile diga denominata "Caballo Blanco".
     
    Di fronte a questo panorama, le comunità e le organizzazioni indigene e contadine del Chiapas, insieme ad altri settori, devono verificare sul terreno questi progetti in mancanza di informazioni da parte delle autorità governative. Devono fare un bilancio sull'impatto ecologico, culturale e sociale di questi progetti, dimenticando le differenze politiche e cercando unità e tolleranza. Siti archeologici, villaggi, culture, storia, selva e legname prezioso e la grande varietà di biodiversità della selva, sono in pericolo di scomparire. Già nei Bollettini "Chiapas al Dia" No. 285-287 (www.ciepac.org) sono state riportate le esperienze negative delle centrali idroelettriche nel mondo. É difficile credere che il PPP sia un progetto di sviluppo per tutti e non solo per qualcuno: il nuovo saccheggio dell'impero.
     
    Per questo si auspica e si intravede una resistenza sempre più estesa che è appena cominciata e che non sarà facile. É stata già abbastanza difficile la lotta della gente contro le dighe Itzantun e Belisario Dominguez. La resistenza non sarà solo contro tariffe ingiuste del servizio elettrico, ma contro la costruzione di altre centrali elettriche. Alcune comunità rurali stanno cercando alternative per ottenere elettricità attraverso pannelli solari, biomasse o propri generatori di energia, come nel caso de La Realidad con l'aiuto della solidarietà italiana. Manca ancora la ricerca di altre fonti di energia comunitarie che non danneggino l'ambiente né obblighino lo sgombero di popolazione, come potrebbe essere l'energia generata dal vento (eolica), poiché le comunità sono lontane dal poter realizzare un progetto come quello da 70 milioni di dollari a Tizayuca, nello Stato di Hidalgo, dove industriali messicani e spagnoli si sono posti all'avanguardia con il primo impianto in America Latina di generazione di energia elettrica con lo sterco di 30 mila mucche che producono quotidianamente 1,500 tonnellate di sterco per la produzione di gas e quindi di energia elettrica.

Gustavo Castro Soto
CIEPAC, A.C.
CIEPAC è membro di: Movimiento por la Democracia y la Vida (MDV) de Chiapas; Red Mexicana de Accion Frente al Libre Comercio (RMALC; ); Convergencia de Movimientos de los Pueblos de las Americas (COMPA; ); Red por la Paz en Chiapas; Semana por la Diversidad Biologica y Cultural ; Foro Internacional "Ante la Globalizacion, el Pueblo es Primero", Alternativas contra el PPP.
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(traduzione a cura: Comitato Chiapas "Maribel" di Bergamo)


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