Forum sociale in arrivo: via Schengen
I movimenti europei verso Firenze. Ma rischiano il blocco alle dogane.
Come per il G8 di Genova, l'Italia vuole blindare i confini in deroga al trattato. La polizia abolisce i manganelli « tonfa », i carabinieri non lo sanno
ALESSANDRO MANTOVANI
ROMA
Nei giorni del Forum sociale europeo di Firenze l'Italia pensa di sospendere il trattato di Schengen per poter procedere all'identificazione di chi arriva dai paesi dell'Unione europea. Saranno quindi ripristinati i controlli alle frontiere terrestri, aeree e marittime. Il provvedimento, per il quale la Farnesina avrebbe già attivato la procedura in sede europea, potrebbe scattare da sabato 3 novembre, ma tempi e modi sembrano ancora in via di definizione. Il Fse, la Porto Alegre del vecchio continente, si articolerà in quattro giorni tra il 6 e il 10 novembre nel capoluogo toscano. Sono attese 20-30 mila persone e molte di più sabato 9 al corteo internazionale contro la guerra in Iraq. La sospensione unilaterale del trattato di Schengen in occasione di manifestazioni politiche non è una novità. Per l'Italia il precedente, assai inquietante, è il G8 del luglio 2001 a Genova, finito come è noto in tragedia con un morto, centinaia di feriti, trecento arresti e un seguito giudiziario che quasi monopolizza, da allora, la procura della repubblica. Ma l'aveva già fatto la Francia per il vertice europeo di Nizza del dicembre 2000, anch'esso accompagnato da manifestazioni e incidenti. E dopo Genova la stessa scelta è stata compiuta nel marzo scorso dal governo spagnolo, che ospitava a Barcellona il summit Ue mentre sfilava un imponente corteo “no global”. Ora l'Italia si ripete, benché la situazione sia molto diversa: mentre a Nizza, Genova o Barcellona la giustificazione era proteggere capi di stato e di governo, a Firenze non ci sarà nulla di simile, né vertici né conferenze internazionali. La deroga al trattato, insomma, si capisce meno. Senza contare che Schengen, pur sopprimendo i posti di frontiera fissi e permettendo ai cittadini comunitari di passare senza formalità, consente comunque alle forze di polizia di controllare i documenti nelle vicinanze un confine o negli aeroporti.
Da settimane, mentre a Firenze i rappresentanti del comitato promotore trattano serenamente con il prefetto Achille Serra e il questore Giovanni Di Donno, a Roma circolano allarmi che hanno grande risalto sui giornali. Ieri l'altro, per dirne una, la questura di Firenze ha dovuto smentire Repubblica che, citando fondi dell'antiterrorismo della ps, parlava di “cinquemila black bloc” in arrivo da Grecia e Spagna. Ma si parlano tra Roma e Firenze? Un gruppo di deputati d'opposizione ha chiesto conto di questa strana situazione al ministro dell'interno, Beppe Pisanu, che non ha ancora risposto.
In realtà al Viminale sembrano tranquilli. Parlano tutt'al più di “preoccupazione” per l'arrivo gli anarchici greci (cercarono di bloccarli anche nel luglio 2001 ad Ancona, però sbagliarono nave), dei baschi legati a Herri Batasuna e di tedeschi, olandesi e spagnoli del People global action che si è riunito a Leiden, in Olanda. “Nessuno sa cosa vogliano fare”, dicono, pur mostrando grande fiducia negli organizzatori italiani. “Anche dai servizi d'informazione - confida un alto funzionario dei polizia - non arriva nulla di paragonabile alle informative diffuse prima di Genova”. Ricordate? I manifestanti no global avrebbero lanciato sulla polizia palloncini di sangue infetto e copertoni in fiamme, avrebbero persino sequestrato agenti isolati... “Anche quelle informative contribuirono a far salire la tensione tra i nostri uomini - prosegue la fonte - Sono errori che non si ripeteranno, stavolta la gestione della piazza la faranno le autorità provinciali, prefetto e questore”. Al Viminale, insomma, dicono di aver imparato la lezione del G8, quando le sovrapposizioni tra “romani” e “genovesi” contribuirono al disastro.
Un'altra mossa distensiva è la formalizzazione, da parte della polizia, dell'abbandono dei micidiali manganelli “tonfa”, quelli in policarbonato con l'impugnatura laterale a “t”, e l'impegno a non fare uso eccessivo di lacrimogeni (sempre che servano...): il velenoso gas Cs, però, non l'hanno eliminato. A Genova, dal lato polizia, i “tonfa” erano impiegati quasi esclusivamente dagli uomini del disciolto nucleo antisommossa del reparto mobile romano di Vincenzo Canterini, poi accusati dell'irruzione alla scuola Diaz. Dopo il G8, però, complice anche il sequestro ordinato dai pm genovesi, la polizia non li ha più usati (ne hanno 300 in tutto). E ora la commissione per la riorganizzazione dei reparti mobili (ex celere), guidata dall'ex questore di Bergamo Salvatore Presenti su incarico di Gianni De Gennaro, ha concluso per l'abolizione di quegli sfollagente, che a maggior ragione non si vedranno a Firenze. Continuano però ad usarli i battaglioni dei carabinieri, tutti senza eccezione dotati di “tonfa” dopo che l'Arma, per il G8, ne acquistò ben seimila. Di recente il comando dei Cc ha indetto una gara per una fornitura di altri tremila (prezzo base, 245 mila 38 euro). “In caso di messa al bando annulleremo la gara”, commentano al comando. Per ora, quindi, una messa al bando vera e propria non c'è.
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