A Firenze in massa contro la guerra
Più di duemila persone sono attese dalla Gran Bretagna per il Forum. Numerosi i sindacalisti
ORSOLA CASAGRANDE
LONDRA
Sarà una delegazione numerosa e decisamente variegata quella che a novembre raggiungerà Firenze dalla Gran Bretagna. Purtroppo non ci sarà il treno speciale, come invece era stato per la manifestazione di Genova contro il G8. Per motivi economici: non tutti quelli che hanno assicurato la loro partecipazione hanno sottoscritto (e contribuito) e così il comitato organizzatore non è riuscito a trovare i soldi necessari (tanti) per pagare il deposito. Il mezzo di trasporto più economico rimane l'aereo, grazie alle linee a basso costo che volano su Pisa e Bologna. Ma ci saranno anche numerosi pullman per quelli che non possono o non vogliono volare. A Genova la delegazione inglese contava oltre millecinquecento persone. A Firenze però gli organizzatori si aspettano di portare oltre duemila persone. « La differenza - dice Noel Douglas di Mobilisation for the Sfe - con Genova è che allora non c'era un grande coinvolgimento dei sindacati. Al social forum europeo invece le unions saranno una presenza importante ». Forse la delegazione più numerosa sarà proprio quella dei sindacati, senza dubbio di questi tempi la realtà più all'avanguardia in Gran Bretagna. In parte perché alcune delle unions che contano (numericamente e politicamente) hanno eletto segretari nazionali di sinistra: è il caso dei macchinisti, dei ferrovieri, dei metalmeccanici, dei vigili del fuoco, del pubblico impiego. In parte perché oggi le contraddizioni più evidenti e gli attriti delle unions con il governo laburista di Tony Blair riguardano questioni come le privatizzazioni, politiche industriali ed economiche che sposano il liberismo, la democrazia partecipativa. Questioni insomma che sono patrimonio di quel movimento che ha visto la sua prima uscita 'ufficiale' a Seattle ed è poi passato per Praga, Genova, Porto Alegre.
Dando un'occhiata alla lista delle organizzazioni che compongono il Mobilisation for the ESF (nato per raccogliere appunto tutti i gruppi e i movimenti e fornire così un unico punto di riferimento logistico e organizzativo) non possono sfuggire le adesioni di unions a livello sia locale che nazionale. Si va da Unison (che è il sindacato del pubblico impiego e il più grande in termini di iscritti) alla National Union of Teachers (insegnanti), dal Rmt (i macchinisti) alla Fire Brigades Union (i vigili del fuoco). Moltissimi anche i council che hanno aderito a Mobilisation. A sottolineare che quello della democrazia partecipativa è un tema che sta particolarmente a cuore ai consigli di quartiere o alle municipalità (alcuni council, specie quelli londinesi, sono infatti piccoli comuni). Ci sono poi partiti e organizzazioni politiche come Globalise Resistance, Attac, Amnesty International, i verdi, Socialist Alliance, Socialist Workers Party. E ancora giornali come lo storico Red Pepper e il combattivo Workers Power, la coalizione contro la guerra (Stop the War) promotrice della grande manifestazione del ventotto ottobre (oltre quattrocentomila persone) che ha lanciato per il 31 ottobre una nuova giornata di mobilitazione contro l'intervento in Iraq. É chiaro che gli inglesi tendono, e a ragione, a riuscire a costruire un grande movimento di opposizione a questa guerra che il presidente americano Bush e il premier inglese Tony Blair sembrano intenzionati a combattere ad ogni costo.
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