InfoAut Napoli
23-30 Luglio 2000 Marzameni (Siracusa)
Come compagni\e siciliani\e riteniamo più che mai urgente riprendere quel percorso
di lotta che aveva portato un ampio e variegato movimento antirazzista a scendere
in piazza in diverse città italiane contro la legge turco-napolitano e per la
chiusura di tutti i centri per migranti. Ma le politiche razziste del governi
centro-"sinistri" vanno inquadrate, come hanno dimostrato tutte le mobilitazioni
dei mesi successivi, come uno degli aspetti della selvaggia offensiva neoliberista
che fa dell´azienda italia il guardiano dell´europa di schengen.
In tutti questi mesi ci siamo battuti contro le biotecnologie e la globalizzazione,
contro le nuove strategie di controllo nell´adriatico e la riorganizzazione
del fianco sud della nato, contro l´ocse e le nuove frontiere del capitalismo.
Nasce quindi l´esigenza di collegare la questione antirazzista ad un´analisi
più approfondita e collettiva che supporti metodologie di lotta in grado di
andare oltre le scadenze imposte dal potere e la teatralizzazione massmediatica
strettamente connessa ad una concezione dell´agire politico che fa dell´immagine
e non dei contenuti la sua ragione fondante. Al tempo stesso riteniamo sia giunto
il momento di concentrare tutta la nostra attenzione laddove le contraddizioni
emergono con maggiore evidenza. E in quali luoghi sono storicamente esplose
le contraddizioni sociali ed economiche se non nei "punti di frontiera"? Oggi
come sempre la sicilia rappresenta un punto di cesura tra il nord ed il sud
del mondo, tra opulenza e miseria, tra inclusi ed esclusi, tra comunitari ed
extra comunitari. Oggi come mai luogo di illusorio benessere fomentato da false
promesse e di reale medioevo economico e culturale, di cattedrali nel deserto
e lavoro in nero: l´espressione più delirante dell´incongruenza
del modello economico neoliberista. Da un lato avamposto armato dell´europa
di schengen e del fianco sud della nato, soggetta alla legislazione comunitaria
sia in campo economico che sociale, dall´altro terra di sfruttamento e
di predazione capitalista, di anacronistiche forme di povertà e di agghiaccianti
disparità di classe. In un simile contesto trova un terreno fertilissimo la
guerra tra poveri funzionale al controllo delle frontiere. La nostra terra crocevia
da sempre di popoli e culture assiste ora indifferente alla blindatura delle
sue coste ed ad roghi dei "clandestini". E´ l´indifferenza più che
l´odio razziale il sentimento manifestato dalla popolazione locale verso
i destini di migliaia di donne e uomini che costretti alla fame cercano di raggiungere
le nostre coste spesso finendo reclusi nei centri di detenzione. Indifferenza
verso la sorte di chi il bombardamento massmediatico descrive come clandestini,
illegali e come tali non aventi pari dignità e diritto di cittadinanza, spesso
vittime dello sfruttamento della borghesia italiana costretti ad inumane condizioni
di lavoro in quanto manodopera a basso costo non protetta a cui vengono negati
anchei più elementari diritti, vittime della criminalità organizzata e per questo
colpevolizzati dalle più fasciste logiche di propaganda di cui sono strumento
ignaro, specie in campagna elettorale, per disorientare le masse e focalizzarne
la rabbia contro fatidici nemici esterni vittime del sistema capitalistico quanto
i disoccupati, i precari, i lavoratori gli studenti i pensionati e le donne
nel nostro paese. Indifferenza che non ha nessun motivo di esistere non solo
per un passato che ci ha visto tutti emigranti, ma per un presente che specie
nel meridione ci vede immigrati o locali, regolari o in nero, tutti vittime
dei capricci della globalizzazione, soggetti al ricatto della precarizzazione
e della flessibilità. Un´infinità di flussi migratori interni ed esterni
si intersecano sottomessi all´esigenze del mercato del lavoro, è questa
l´unica logica che sottende la legge turco-napolitano funzionale alla
regolazione dei flussi migratori in relazione alle cangianti esigenze del capitale,
per un vasto fronte che va dalla "sinistra" di governo alla confindustria il
migrante può essere ora un pericoloso clandestino da fermare e rimpatriare in
un altro momento un´importante risorsa di manodopera a basso costo e non
protetta. A questo fronte ne va contrapposto un altro, fondato sulla solidarietà
di classe che ci veda tutti uniti, regolari e clandestini, disoccupati e precari
nella lotta per il reddito e per la casa, per la salute e per tutti i servizi
contro l´Idra del capitalismo e le sue mille teste che si chiamano berlusconi
o d´alema, confindustria o cgil-cisl-uil. Ecco perché un campeggio di
lotta e discussione in sicilia, unitario per tutte le realtà antagoniste, ma
libero dalle ipocrisie di chi vede nei c.p.t. dei luoghi non da chiudere ma
da riformare e cogestire in nome di un assistenzialismo interessato che non
ci appartiene. Un campeggio per trovare i nostri tempi e modi di confronto e
riflessione, per centrare il dibattito sull´immigrazione ed al tempo stesso
per estenderlo alle mille tematiche ad essa connesse. Riteniamo inoltre che
il campeggio debba avere il suo momento culminante in un corteo nazionale a
Trapani perché Trapani è una delle tappe obbligatorie per chi, suo malgrado,
è costretto a cercare fortuna in occidente. A Trapani perché qui, dentro il
serraino vulpitta, sono morti i nostri fratelli uccisi dal fuoco e dall´indifferenza,
in uno di quei luoghi che il neoministro bianco (siciliano tra l´altro)
osa ancora chiamare né carceri né alberghi. Per l´indizione del corteo
Trapani ribadiamo la piattaforma già proposta da varie realtà siciliane: - chiudere
immediatamente il serraino vulpitta assieme a tutti gli altri lager di stato,
contro ogni ipotesi di riforma o di sostituzione degli attuali cpt con luoghi
di contenzione più "soft"; - modifica sostanziale immediata della legge turco-napolitano;
- aprire le frontiere a tutti i migranti, contro ogni legge che si illuda di
poter regolare il diritto inalienabile di spostarsi liberamente che appartiene
ad ognuno. Perché siano accolte sia le vittime delle diseguaglianze economiche
prodotte dall´occidente neoliberista sia i rifugiati politici perseguitati
da regimi con cui l´occidente ed il nostro paese fa spesso buoni affari.
Per un mondo senza frontiere dove si possa circolare liberamente; - garantire
casa, sanità, occupazione e condizioni di lavoro dignitose, al di là della razza
o del sesso di appartenenza; - creare veramente una società multiculturale,
in cui si moltiplichino spazi di incontro e di relazione e non luoghi di contenzione;
- ribadire il nostro no alle politiche repressive e fasciste del ministro bianco
e del governo amato; - una sanatoria immediata e definitiva per tutti i migranti
presenti nel nostro paese.
Rete Siciliana per l´Autogestione c.s.a. Auro (Catania) FreakNet Medialab
(Catania) s.o.a. Guernica Fabrik (Catania) c.s.a. Metropolis (Caltagirone) c.s.o.a.
Olympia 47 (Messina) Collettivo Barricata (Palermo) Coordinamento antagonista
studenti medi-universitari (Palermo) Collettivo autorganizzato studentesco (Trapani)
Coordinamento per la pace (Palermo) Federazione Anarchica Siciliana S.In.Cobas
(Catania) Cobas (Messina) Collettivo Pressa Rossa (Milazzo) Centro di documentazione
libertaria "Pietro Riggio" (Palermo) Biblioteca di studi sociali "Pietro Gori"
(Messina) Coordinamento per la pace (Palermo) Azad per la libertà del popolo
curdo (Sicilia) Cobas (Sicilia)
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